La seta in Thailandia: tra colori sgargianti e bachi bolliti

La seta in Thailandia: tra colori sgargianti e bachi bolliti

Per molti anni la produzione di seta in Thailandia è stata poco significativa. Le sete cinesi e giapponesi la facevano da padrone. Oggi invece nella provincia di Chaiyapum sono tornati ad esserci diversi villaggi altamente specializzati nella lavorazione della seta e caratteristici da visitare. Ban Khwao è uno di questi villaggi ed è specializzato nella lavorazione di seta e cotone. Qui potrete vedere pascere i bachi della seta con lussuriose foglie di gelso, ma soprattutto vedere come la seta viene tessuta e colorata. Un altro sito interessante da visitare se siete appassionati di seta è quello di Surin, dove nel mese di gennaio viene organizzata anche un’importante fiera dedicata a questo significativo prodotto.

Bachi da seta o bachi da mangiare?

Allora dovete sapere che in queste zone della Thailandia l’allevamento dei bachi da seta avviene proprio sotto casa. Qui potrete vedere operosi thailandesi custodire i propri bachi in grandi cesti di rattan. Ma non solo: poco prima che la farfalla rischi di bucare il bozzolo, i thailandesi usano bollire la preziosa matassa di filo di seta in modo da poter recuperare tutto il prezioso filo, metterlo a telaio e tingerlo nei meravigliosi colori che tutti associamo all’oriente. Ma siccome non si butta via niente in Thailandia, il povero baco che ha completato la sua preziosa funzione viene a questo punto bollito… e dato in assaggio ai turisti. Insomma uno “street food” davvero inusuale! Detto questo se come pensiamo siete interessati alla seta, sappiate che nei villaggi troverete dei negozi dedicati sia all’acquisto della stoffa che di abiti, confezionati secondo i costumi locali e non solo. In Thailandia, in ogni caso, la griffe della seta è Jim Thompson, l’imprenditore di origini americane che ne ha rilanciato la produzione nel dopoguerra e che oggi ha il suo negozio più famoso in centro a Bangkok. Architetto e collezionista d’arte (giusto per dirvi il gusto estetico) si innamora della Thailandia e viene letteralmente catturato dall’arte della seta thailandese tessuta a mano, dai motivi e dai colori thai.

Jim Thompson e le sete thailandesi

L’intuizione di questo occidentale, esteta e attento alle dinamiche sociali, fu quella di far dialogare gli amanti dei tessuti ricercati, appartenenti al suo entourage americano ed europeo, con le “eccellenze” locali dell’arte della seta. Thompson ha creduto negli artigiani locali, gli ha fornito nuove ispirazioni e macchinari (non diversamente da come hanno fatto in tempi recenti molti imprenditori in Africa, ma qui parliamo degli anni ’50 del ‘900!). È proprio nel 1950 che nasce la Thai silk company destinata ad esportare nel modo sete eccezionali per il mondo della moda, dell’interior design e dello spettacolo. È così che ancora oggi dalla “terra di un milione di risaie” – regno di Lan Na – partono broccati, sete tinte in ordito, stampe, ikats (tessuti tinti in filo) e arazzi.

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Articolo a cura di Mariella Marchisio

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